Nel mondo delle startup si parla moltissimo di MVP. Chi vuole lanciare un nuovo prodotto o un nuovo servizio, infatti, sa di dover creare un Minimum Viable Product ma non sa di cosa si tratta esattamente, quanto minimale deve essere e come realizzarlo in modo da ottimizzare le proprie risorse.
In questo articolo ti aiuteremo a capire proprio questi temi. Cos’è un MVP? Qual è il suo obiettivo? Quali sono le sue caratteristiche? E che processo seguire per sviluppare un Minimum Viable Product?
Cos’è un MVP?
“L’MVP è la versione di un nuovo prodotto che permette a un team di raccogliere la massima quantità di informazioni validate sui clienti con il minimo sforzo.”
Eric Ries – The Lean Startup
L’acronimo MVP sta per “Minimum Viable Product” ovvero “Prodotto Minimo Funzionante”. Come si può intuire, l’MVP rappresenta la versione di un prodotto o servizio che è snella e basilare ma che possiede comunque abbastanza funzionalità da poter essere utilizzato dai clienti. Un Minimum Viable Product, quindi, è una prima versione del prodotto o servizio che l’azienda sta sviluppando e che può essere utilizzato per raccogliere feedback in modo da poter sviluppare il prodotto finale anche con un investimento minimo e, soprattutto, per scongiurare il rischio di sviluppare un prodotto o servizio su cui nessuno vuole investire e che nessun utente vuole utilizzare.
Infine, il Minimum Viable Product è uno dei punti cardine del metodo Lean Startup, un framework ideato da Eric Ries e Steve Blank. Questo framework, che si basa sul concetto di “Build-Measure-Learn”, permette alle aziende di operare seguendo un ciclo continuo di sviluppo, misurazione e modifica in modo da adattare sempre di più il proprio prodotto o servizio alle esigenze degli utenti senza sprecare le risorse aziendali e riducendo al minimo la possibilità di fallimento.
Qual è lo scopo di un MVP?
Come visto già nella definizione, l’MVP (o Minimum Viable Product) è uno strumento fondamentale per le startup in quanto permette di validare un’idea di business pur ottimizzando le risorse a disposizione e di interagire fin da subito con il mercato.
Più specificamente, un Minimum Viable Product ti permette di:
- Effettuare smoke test su clienti reali e con un consumo di risorse limitato;
- Individuare errori o problemi nel prodotto;
- Raccogliere feedback per capire se il prodotto risponde ai bisogni degli utenti;
- Accelerare il processo di validazione dell’idea;
- Consegnare il prodotto nelle mani degli utenti in tempi brevi;
- Ridurre la possibilità di creare un prodotto inutile;
- Accelerare il rilascio di un prodotto sul mercato.
Creare un MVP, dunque, ti permette di realizzare la versione beta di un prodotto o servizio in modo da capire se può avere o meno successo. Grazie ai feedback degli early adopters, infatti, è possibile migliorare, modificare e integrare il prodotto o servizio in modo ottimizzato e creare la versione finale seguendo un processo economicamente sostenibile.
Che caratteristiche deve avere un MVP?
È ormai chiaro che l’MVP rappresenta una grandissima opportunità per tutte le realtà aziendali. Lo sviluppo di un Minimum Viable Product è infatti una strategia che può essere applicata a progetti grandi come la nascita di un’azienda e progetti più piccoli come la creazione di un singolo prodotto. Quali sono, però, le caratteristiche di un MVP?
Il Minimum Viable Product presenta delle caratteristiche fondamentali:
- È un prodotto reale;
- Deve offrire una soluzione chiara a un problema;
- Ha funzionalità minime ma sufficienti;
- Ha un costo contenuto;
- Ha un tempo di realizzazione breve;
- Deve essere misurabile.
Solo se tutte le caratteristiche dell’MVP sono ben definite è possibile raccogliere dati e valutarli in modo da apportare modifiche al progetto o, in caso di feedback negativi, fare dietrofront e tornare sui propri passi.
Come realizzare un MVP?
Creare un MVP è importante per capire se la propria soluzione può avere o meno successo. Tuttavia, non si tratta di un compito facile e, proprio per questo, definire una strategia corretta è fondamentale per avere successo.
Lo sviluppo di un MVP deve essere focalizzato sull’ottimizzazione di tempi e costi. Il team, infatti, non deve perdere tempo e denaro per sviluppare caratteristiche che non siano quelle di base e che potranno essere definite dopo aver ricevuto i primi feedback dagli utenti.
Quindi, come si realizza un Minimum Viable Product?
Per realizzare un MVP si devono seguire cinque step fondamentali:
- Identificazione del bisogno
- Identificazione delle opportunità
- Definizione delle funzionalità da creare
- Lancio del prodotto e raccolta dei feedback
- Analisi dei dati raccolti
1. Identificazione del bisogno
Prima ancora di pensare alla creazione vera e propria dell’MVP, è fondamentale chiarire qual è lo scopo del prodotto o del servizio, quale problema risolve. Per farlo, è utile rispondere ad alcune domande:
- Perché è nato il progetto?
- Perché il prodotto esiste?
- Che problema risolve il prodotto?
Dopo aver identificato una risposta completa e soddisfacente, bisogna identificare i criteri che permetteranno di determinare se il prodotto o servizio può essere considerato di successo e le metriche che permetteranno di monitorare l’andamento del progetto.
2. Identificazione delle opportunità
Dopo aver individuato un gap nel mercato e aver definito il problema che può essere risolto utilizzando il prodotto o servizio, si deve definire la user journey. All’interno del percorso che l’utente segue per raggiungere l’obiettivo finale è poi necessario identificare tutte le azioni che compie e tutti i “pain point” e le opportunità presenti in modo da capire quali possono essere trasformate in opportunità di prodotto.
3. Definizione delle funzionalità da creare
Una volta identificate le opportunità di prodotto, bisogna definire le funzionalità che verranno create per l’MVP. Per identificare solamente le funzionalità basiche, può essere utile valutare le singole funzionalità e creare un sistema di priorità in modo da scartare tutte le funzionalità che offrono un valore aggiunto e che, quindi, non dovranno essere inserite all’interno dell’MVP. In questo modo, infatti, il Minimum Viable Product sviluppato potrà avere un impatto massimo.
4. Lancio del prodotto e raccolta dei feedback
Dopo averne definito le caratteristiche e averlo sviluppato, l’MVP deve essere lanciato sul mercato in modo da poter raccogliere i feedback degli utenti. Questa fase è la più delicata di tutto il processo perché, anche se si ha a disposizione un prodotto innovativo, interessante e che risponde ai bisogni dei clienti, è facile eseguire un lancio nel momento o nel modo sbagliato. Per evitare di fare errori del genere, è importante analizzare a fondo il mercato per poter identificare correttamente il proprio pubblico e definire le tempistiche e la modalità di lancio migliori.
5. Analisi dei dati raccolti
Una volta lanciato l’MVP e raccolti i feedback, questi devono essere analizzati. Questa è l’ultima fase del processo e si tratta di una fase fondamentale perché consente di trarre delle conclusioni dai dati raccolti durante la fase di lancio in base ai quali prendere decisioni sul prodotto o servizio lanciato. In questo modo si può, infatti, decidere se implementarlo definitivamente, se generare delle nuove idee da testare o se fare dietrofront e cambiare del tutto la propria strategia.
Dopo aver completato tutte le fasi del ciclo di sviluppo del Minimum Viable Product, è poi necessario continuare, in piena ottica Lean, con una nuova fase di costruzione del prodotto sulla base delle informazioni ottenute grazie ai test effettuati e ai feedback dei clienti.