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April 18, 2024

Zapier VS Integromat (Make): un confronto

Zapier e Integromat (ora Make) permettono di automatizzare processi operativi senza codice. Ma quali sono le differenze?
Disegno che rappresenta il confronto tra Zapier e Integromat

Zapier e Make (precedentemente chiamato Integromat) sono due strumenti che consentono di collegare tra loro due o più applicazioni e creare dei flussi di lavoro automatizzati.

Grazie a questi strumenti è possibile creare processi automatici per cui, ad esempio, quando pubblichi un post su Instagram viene inviato un messaggio su un canale Telegram e, allo stesso tempo, viene pubblicato un tweet su Twitter. Questi flussi di lavoro automatici prendono il nome di automazioni (o workflows) e sono formati da un evento scatenante detto “trigger” seguito da una o più azioni.

Per tornare all’esempio precedente, la pubblicazione del post su Instagram è il trigger mentre la pubblicazione del messaggio su Telegram e il tweet su Twitter sono le azioni.

Quali sono le differenze tra Zapier e Make (Integromat)?

Per sviluppare al meglio il confronto tra Zapier e Make andremo a trattare sei punti chiave:

  1. Le integrazioni;
  2. La complessità d’uso;
  3. Gli strumenti interni;
  4. I test e il debug;
  5. La cronologia di esecuzione;
  6. I prezzi e i piani.

Prima di iniziare il confronto però, partiamo con il dire che Zapier e Make usano termini diversi per indicare le automazioni e le azioni. Zapier, infatti, chiama “zap” le automazioni e “task” le azioni mentre Make utilizza i nomi “scenari” per le prime e “operation o moduli” per le seconde.

1 - Integrazioni

Quando parliamo di integrazioni intendiamo l’insieme dei trigger e delle azioni di un’applicazione che sono praticamente già pronti all’uso.

Zapier raccoglie tutte le integrazioni nella pagina “App that works with Zapier”. In questa pagina è possibile cliccare su un’applicazione, poi su “View app profile” e infine scorrere in basso fino a visualizzare tutti i trigger e le azioni supportate. Sul sito di Make (Integromat), invece, è necessario cliccare su “Apps & Services”, poi sull’applicazione e scorrere la pagina fino alla sezione sui trigger e le azioni supportate.

Sia Zapier che Make dispongono di migliaia di integrazioni pronte all’uso: più di 5000 applicazioni per Zapier e più di 1000 per Make.  Questo è sicuramente un aspetto importante a cui prestare attenzione quando si valuta lo strumento da utilizzare perché non tutte le applicazioni si integrano con questi strumenti e, di quelle che possono essere integrate, non tutte sono disponibili sia su Zapier che su Make. Non solo, a parità di applicazione integrata, l’insieme dei trigger e azioni per ogni applicazione può essere differente come nel caso di Typeform che su Zapier ha 1 trigger e 4 azioni mentre su Make 2 trigger e 13 azioni.

Screenshot delle integrazioni disponibili su Zapier
Integrazioni disponibili su Zapier
Screenshot delle integrazioni disponibili su Integromat
Integrazioni disponibili su Make (Integromat)

2 - Complessità d’uso

Creare una nuova automazione su Zapier è davvero semplice, anche per chi non l’ha mai fatto prima. Cliccando su “Create a Zap” nella dashboard principale si entra nell’editor dell’automazione, un’area all’interno della quale Zapier guida l’utente nella creazione dell’intero flusso, senza tralasciare nulla. Ogni passaggio è descritto, a ogni campo è associato il suo significato e la struttura a cascata dell’editor sicuramente aiuta a porre il focus su ogni step senza rischiare di perdersi o dimenticarsi passaggi importanti.

Make (Integromat), al contrario, è sicuramente uno strumento più complesso da utilizzare. Quando si clicca su “Create a new scenario” nella dashboard si entra in un editor dove, per cominciare a lavorare, bisogna cliccare sul “+”. Le cose, però, iniziano subito a complicarsi perché la piattaforma non guida gli utenti e non è possibile trovare indicazioni da nessuna parte. Una volta superato il primo passaggio (l’inserimento del trigger) è possibile aggiungere le azioni. L’editor di Make però è molto diverso da quello di Zapier: infatti, identifica le azioni con dei pallini colorati, i campi da configurare si possono vedere cliccando sopra le azioni e cliccando sui campi vuoti è possibile visualizzare i dati che provengono dalle azioni precedenti. Aggiungendo più azioni, l’editor sviluppa un flusso che assomiglia a una mappa mentale e che offre più libertà all’utente in quanto può disporre ogni azione nel modo che preferisce e ha un’ampia visione sull’intero flusso. Questo rende ideale la struttura di Make quando si devono creare automazioni complesse.

Screenshot dell'editor visuale di Zapier
Editor visuale di Zapier
Screenshot dell'editor visuale di Integromat
Editor visuale di Make (Integromat)

3 - Strumenti interni

Sia Zapier che Make (integromat) hanno creato numerosi strumenti interni che consentono di creare automazioni anche molto complesse. Molti di questi strumenti sono simili tra loro e per decidere quale strumento usare bisogna prestare attenzione a piccole sottigliezze e alla praticità d’uso. Poiché questi strumenti sono moltissimi, tratteremo solamente i casi d’uso più interessanti:

  • Trasformazione dei dati. Entrambi gli strumenti consentono di utilizzare funzioni che trasformano i dati (per esempio trasformare tutte le lettere di un testo in maiuscolo). Make, però, è più pratico di Zapier perché ti permette di trasformare i dati direttamente all’interno dei campi attraverso le funzioni del menù mentre su Zapier è necessario aggiungere un’azione specifica;
  • Controllo del flusso (logica condizionale). Sia Zapier che Make consentono di creare automazioni il cui flusso varia in base a determinati criteri, ma Make è molto più pratico di Zapier. L’editor di Zapier infatti ha una struttura per lo più lineare e il team ha dovuto sviluppare una soluzione appropriata, lo strumento “Path”, che è poco pratico per le automazioni complesse. Make, al contrario, ha un’interfaccia ottimizzata per la logica condizionale grazie allo strumento router e ai filtri;
  • Gestione degli errori. Make fornisce un ottimo sistema di gestione degli errori con azioni pensate proprio per questo mentre Zapier non lo consente;
  • Incorporazione di automazioni. Zapier consente di creare dei sub-zap, ovvero delle porzioni di automazione riutilizzabili mentre Make non lo consente;
  • Codice personalizzato. Zapier consente di aggiungere codice JavaScript personalizzato mentre Make non consente ancora di farlo;
  • Webhook. Sia Zapier che Make consentono di impostare un webhook come trigger, ma solo Make consente di impostare il redirect in un’azione “webhook response”;
  • Loop. Entrambi gli strumenti consentono di creare un flusso di azioni che si ripete ma  Make è più pratico di Zapier perché, al contrario del secondo strumento, non forza gli utenti a terminare l’automazione con il loop;
  • Collegamento alle API. Entrambi lo consentono grazie grazie all’azione “Webhooks by Zapier” nel caso di Zapier e “http module” nel caso di Make;
  • E-mail. Sia Zaperie che Make consentono di automatizzare l’invio di e-mail. Tuttavia, Zapier può funzionare come provider mentre Make richiede un provider terzo;
  • Passaggio di dati tra automazioni. Entrambi lo consentono grazie all’azione “Storage by zapier” nel caso di Zapier e “Data store” nel caso di Make.

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4 - Test e debug

Per quanto riguarda le funzioni di test e debug, sia Zapier che Make (Integromat) consentono di verificare in modo efficace che tutto funzioni e di trovare eventuali errori. Tuttavia, queste operazioni sono svolte in modo molto differente.

Zapier, all’interno di un’automazione, consente di testare solo azione per azione. Per effettuare un test completo automatico, invece, è necessario attivare l’automazione e vedere il risultato nella pagina Zap History.

Make, al contrario, è più pratico perché, oltre alla possibilità di testare azione per azione, offre la possibilità di effettuare un test unico su tutta l’automazione senza bisogno di attivarla o di lasciare l’editor. Inoltre, il tutto è arricchito da un’esperienza visiva coinvolgente e che aiuta a capire velocemente dove si sono verificati errori e qual è stato il flusso dei dati.

5 - Cronologia

Zapier e Make (Integromat) consentono di verificare la cronologia di tutte le automazioni eseguite, sebbene in modi diversi.

All’interno di Zapier, la cronologia di esecuzione di tutte le automazioni si può trovare nella pagina “Zap History”. Al suo interno è poi possibile impostare dei filtri e osservare il consumo dei task per ogni automazione o la lista degli zap lanciati in ordine cronologico. Cliccando su una delle automazioni passate, inoltre, è possibile visualizzare il flusso dei dati in modo da capire cosa è successo e identificare eventuali errori.

Make, invece, consente di visualizzare lo storico di esecuzione solo all’interno di ogni automazione e non ha filtri particolari. Cliccando poi su un’automazione passata è possibile visualizzare il flusso dei dati la cui visualizzazione e leggibilità sono agevolate dall’ottima struttura delle automazioni di Make.

Screenshot della visualizzazione della cronologia in Zapier
Visualizzazione delle cronologia su Zapier
Screenshot della visualizzazione della cronologia in Integromat
Visualizzazione delle cronologia su Make (Integromat)

6 - Prezzi e piani

Zapier e Make (Integromat) hanno due pricing molto diversi tra loro.

Zapier offre un piano gratuito che permette di eseguire 100 task al mese, di avere 5 zap attivi e di creare solo zap formati da un trigger e un’azione. Questo piano, inoltre, non consente di utilizzare alcune delle sue funzioni interne come gli webhook o il controllo del flusso. Se invece si vogliono utilizzare più task, eseguire più zap e utilizzare tutte le funzioni interne è possibile fare l’upgrade ai piani a pagamento i cui prezzi partono da 19€/mese.

Make, al contrario, ha un piano gratuito molto interessante che permette di avere solo due automazioni attive ma consente di eseguire 1000 operation al mese. Inoltre Make permette di avere accesso a tutte le sue funzionalità interne anche utilizzando piano free. Se è necessario fare l’upgrade, invece, sono disponibili diverse versioni a pagamento il cui prezzo parte da 9$/mese.

È meglio Zapier oppure Make (Integromat)?

Sia Zapier che Make sono strumenti eccezionali in costante aggiornamento e miglioramento. Sinceramente, è impossibile stabilire uno strumento migliore perché esistono troppe variabili da considerare. Di conseguenza, la scelta di uno strumento piuttosto che l’altro dipende esclusivamente dalle esigenze che si hanno perché, come abbiamo potuto vedere, la differenza è data, oltre che dal prezzo e dalla complessità d’uso, dai dettagli.

Zapier ha molte integrazioni, è più semplice da utilizzare all’inizio e ha delle funzioni in più rispetto a Make. Tuttavia, costa di più, ha un piano gratuito molto limitato, non è adatto alla creazione di workflow complessi ed è meno flessibile. Dall’altra parte, Make è uno strumento più complesso ma che costa meno, ha un editor molto versatile e ottimizzato per qualsiasi tipo di automazione e possiede molte funzioni accessibili in modo più immediato.

Conclusione

Nella speranza di averti fornito abbastanza elementi per decidere con più consapevolezza quale dei due strumenti è migliore per le tue esigenze, concludiamo l’articolo con una riflessione finale.

Per un principiante che ancora non conosce le automazioni e deve iniziare da zero, Zapier è uno strumento perfetto . La piattaforma, infatti, guida gli utenti in ogni passo della creazione del flusso e fornisce tutte le indicazioni necessarie per non perdere tempo o rischiare di dimenticarsi passaggi fondamentali per il funzionamento dell’automazione. Make, invece, grazie alla sua capacità di gestire automazioni più complesse, è uno strumento sicuramente più adatto per chi ha già familiarità con le automazioni e vuole ottenere più funzionalità a un prezzo minore.

Potremmo dire che Make (Integromat) può rappresentare il secondo step nel proprio viaggio alla scoperta delle automazioni dopo aver già familiarizzato con Zapier e con il mondo delle automazioni in generale.

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